p e la circonferenza
Disegnando con un software
algebrico, per esempio CABRI, una qualsiasi circonferenza e poi riportando su di
essa la
misura del raggio a partire dal punto A (attivare trasporto di
misura, segnare poi la circonferenza, il punto A iniziale,
quindi la misura da
riportare) si può notare che la misura del raggio sta sei volte sulla
circonferenza, avanzando l'arco UA;
dividendo in dieci parti la lunghezza del
raggio e riportandone la misura a partire da U si vede che tale misura sta
ancora
interamente due volte (punti R' e S'), ancora con un piccolo avanzo. Il
raggio sta quindi approssimativamente 6,2 volte
nella circonferenza.
Ripetendo il procedimento sull'arco S'A si troverebbe la migliore
approssimazione 6,28 e così via.
L'angolo AOB, con vertice in O, per il quale la misura dell'arco AB su cui insiste è uguale a quella del raggio r della circonferenza di centro O, misura 1 radiante.
L' applet seguente mostra, a meno delle approssimazioni del software, che il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza e il suo diametro è, in effetti, costante e circa 3,14 (trascinare la circonferenza per variarne la lunghezza):
Questa costante viene indicata con la lettera greca p (PI GRECO, iniziale della parola periferia). Poiché C/(2r) = p, la lunghezza della circonferenza di raggio r risulta 2 p r.
Un angolo giro (360° sessagesimali) misura quindi 2p radianti; quello di 180°, p radianti; quello di 90°, p /2 radianti.
Anche il rapporto A/r2 , dove A è l'area del cerchio, si mantiene costante e uguale a p , come si può verificare, sempre a meno delle approssimazioni, tramite il software geometrico:
In definitiva, la lunghezza della circonferenza uguale a 2 p r e l'area del cerchio p r2, possono assumersi come due congetture fondamentali.